Eccoti servite le 10 regole per scrivere un testo teatrale che non puoi ignorare: se vuoi scrivere una sceneggiatura teatrale o un breve pezzo per il teatro inventato da te non puoi ignorarle.
Siccome abbiamo tanto tempo libero (pare vero) qualche tempo fa abbiamo girato anche un video sullo stesso argomento, così se vuoi imparare senza sforzo (pare vero 2) puoi scegliere la via veloce.
Scherzi a parte ti consigliamo di non fermarti al video ma di leggere tutto l’articolo, questo perché per esigenze di durata non abbiamo potuto inserire nel video tutti i dettagli che avremmo voluto.
Buon lavoro e buon teatro!
Emiliano e Alessandro
In questo articolo ti spiegherò passo passo le dieci regole fondamentali che devi sapere se vuoi scrivere un testo teatrale di alto livello.
Ti faccio una piccola premessa.
Si parla molto spesso della mancanza di pubblico a teatro. Come cause di questa faccenda vengono indicati vari fattori: la crisi economica, l’impoverimento del bagaglio culturale (una sorta di nuovo analfabetismo), la televisione (che causa i primi due ma non è questo il luogo per parlarne) e così via.
A ognuno la sua visione per carità. Io sono convinto che le persone abbiano smesso di andare a teatro per la scarsa qualità della proposta.
Si lo so, ci sono teatri con molti abbonati, ma a quella fetta di pubblico il teatro piace e continuerà ad andarci comunque anche semplicemente per dire che lo spettacolo non le è piaciuto (si, il discorso è molto più ampio, ma questa non è una conferenza).
Il punto focale a mio avviso, che è quello che fa la reale differenza nei guadagni, è convincere a diventare un frequentatore assiduo dei teatri chi a teatro non vuole andarci.
È un’impresa molto difficile, anche perché probabilmente queste persone sono scottate da esperienze devastanti di compagnie agghiaccianti che gli hanno fatto rimpiangere di essere usciti di casa (e, credimi, sono moltissime e sono in mezzo a noi…le compagnie agghiaccianti dico).
Ecco perché scrivere il tuo testo teatrale e portarlo in scena in maniera impeccabile ti farà fare la differenza.
Lo spettatore che va a teatro pretende principalmente tre cose:
- divertirsi in maniera non banale (si, anche con una tragedia)
- vedere qualcosa che lui non saprebbe fare (per convincerlo di questo, credimi, non basta parlare)
- tornare a casa portandosi la scia di quello che ha appena visto (scia che lo convincerà o meno a tornare da te a teatro)
Che poi se ci pensi bene, è quello che fai anche tu.
Ora ti trovi di fronte ad un paio di problemi. Il primo è che se lavori per qualcuno queste cose non sempre dipendono da te. Il secondo è capire come convincere le persone a venire a trovarti a teatro e soprattutto a tornarci in futuro.
Non bisogna nascondersi dietro un dito. Chiunque fa questo lavoro sa che:
Su dieci compagnie che si attraversano, nove sono di bassa qualità.
È un’ottima idea sostituire le nove compagnie pessime con una COMPAGNIA TUA ( ne parlo qui –> Come creare una COMPAGNIA TEATRALE e far si che abbia successo)
Certo, adesso il problema di far venire il pubblico da te piuttosto che da altri diventa più consistente, perché:
- non hai una produzione
- non sei conosciuto
- fai quello che fanno gli altri
Per i primi due punti non puoi farci niente al momento (ed è anche un gran vantaggio nonostante non sembri) per il terzo invece puoi fare molto.
Una di queste cose è iniziare a produrre e a portare in scena testi inediti
Si, so che sei un attore e non sei uno scrittore e no, non sto dicendo che tutti possono scrivere qualcosa.
Sto dicendo però che non lo scoprirai mai se prima non hai provato e soprattutto potresti credere di non saperlo fare perché hai provato a farlo ma in modo errato.
Io sono un attore e mi sono formato negli anni esclusivamente come attore. Ho avuto la fortuna di affiancarmi negli anni a registi/e e autori/autrici di grande mestiere e talento.
Oggi la mia attività è prevalentemente quella registica e autoriale (ho scritto per la Rai in programmi di prima serata e quotidiani e scrivo per personaggi televisivi di cui curo anche le regie e i testi teatrali, e ho addirittura scritto per loro canzoni).
È inutile dire che tutto questo, senza l’esigenza di scrivere per la mia compagnia, non l’avrei mai scoperto, e soprattutto non avrei mai avuto una vetrina dove mostrarlo.
Quindi se vuoi aumentare il tuo pubblico e aumentare i tuoi guadagni (che non saranno a breve termine ma quando arriveranno, se hai lavorato bene, saranno per te una base stabile di partenza) ti consiglio di prendere la penna in mano e di seguire queste dieci regole fondamentali per scrivere un testo teatrale che sto per darti.
Quindi bando alle ciance. Cominciamo.
Ecco le dieci regole per scrivere un testo teatrale.
1. PENSA LA STORIA
Quando scrivere diventerà il tuo mestiere il tempo di pensare e aspettare l’ispirazione sarà soltanto un vago ricordo. Per ora però, visto che i primi testi che scriverai saranno il tuo biglietto da visita, prenditi il tempo per pensarci.
Il periodo di incubazione è differente di volta in volta e varia da persona a persona, ma questo non vuol dire che puoi usare tempi geologici. Datti una regola! Prima o poi dovrai costringere il tuo sedere a stare sulla sedia per scrivere.
2. SCRIVI UNA TRAMA DI UNA DECINA DI PAGINE
Non esistono regole definitive, soprattutto in un ambito del genere. La regola è valida se porta il risultato. Ma è pur vero che un ottimo risultato arriva solo dopo un duro lavoro, quindi chiunque ti ha detto che si può decidere la trama man mano che si stende il testo secondo me ti ha detto una sciocchezza.
È un atteggiamento che porta una serie infinita di problemi: di proporzione, di durata, di intensità e soprattutto ti impedisce di seminare all’interno del testo elementi che sosterranno il finale.
Quindi olio di gomito e scrivi la trama.
3. SCRIVI UNA SCALETTA
Questo è il momento in cui prendi delle decisioni importanti. Ad esempio:
- se il testo è in due, tre atti, o in un atto unico
- se ci sono o no un prologo e un epilogo
- di quante scene è composto il testo
- la cronologia delle scene
- altro (te ne renderai conto scrivendola)
Ad ogni scena dai un titolo preciso. Cerca di non andare di fretta e di non accontentarti; fai in modo che il titolo esprima esattamente quello che dovrà accadere nella scena.
4. SCRIVI UNO SCALETTONE DETTAGLIATO
Ora hai le tue scene con i relativi titoli. Per ogni scena fai un riassunto dettagliato di ciò che deve avvenire.
Hai anche la possibilità di appuntarti stralci di dialogo o battute singole che sicuramente ti verranno in mente strada facendo.
Questa è un’opportunità molto ghiotta per non perdere le intuizioni vincenti che, come imparerai, sfuggono in un lampo.
5. SCRIVI I DIALOGHI
Bene, il grosso è fatto. Non ti rimane che dialogare il testo.
Forse quest’idea ti spaventa un po’, ma vedrai che dopo tutto il lavoro svolto finora il testo ce l’avrai praticamente già scritto in testa. Devi solo avere cura di rispettare alcune norme:
- Un testo teatrale (o cinematografico) è parlato, non scritto. Se sei un’attrice/attore (ma anche se non lo sei), leggendo le battute ad alta voce ti accorgerai subito di quanto molto spesso siano scomode da dire, inverosimili per il contesto in cui sono e quindi poco efficaci da rappresentare.
- Non spiegare le cose. Nonostante quello che uno possa pensare davanti ai suoi fogli, il pubblico è molto meno stupido e molto più intuitivo di quello che uno immagina, quindi abbandona questa paura. Questo non vuol dire che devi essere criptico, o forse sì, ma in modo efficace (Pinter, Mamet, etc…). Il testo dev’essere un pretesto per la rappresentazione, una sorta di trampolino (J.Grotowski).
6. FAI ATTENZIONE ALLA DURATA
La durata è un fattore fondamentale per un testo che mira ad essere rappresentato.
Non ti sto dicendo che il testo debba essere necessariamente breve (anche se non ti nascondo che il mercato va in quella direzione, ma se una cosa è bella può durare).Se scegli di scrivere un testo che duri molto in scena, deve avere delle buone ragioni per farlo.
Fai anche attenzione alla durata delle singole componenti:
- Se il testo è un atto unico orientati a non superare i 100 minuti
- Se è in due atti fai un modo che il primo atto sia più lungo del secondo (es. 50 min – 30 min)
- Se è in tre o più atti fa in modo che gli atti durino man mano di meno (questo darà l’impressione che il tuo testo abbia un ritmo incalzante).
7. L’ORCHESTRAZIONE
Quando scrivi un testo con più personaggi c’è sempre il rischio di scordarsene qualcuno.
Ad esempio se hai fatto entrare tre personaggi in scena e due di loro sostengono un dialogo di una certa durata, devi tener presente che ne avrai un terzo che per tutto quel tempo starà zitto in scena.
Non è che non si possa fare, può essere una scelta.Se fai questa scelta però, falla in modo consapevole.
C’è anche il rischio che un personaggio appaia troppo spesso o troppo poco spesso. Stesso discorso di prima: se lo scegli, bene, se capita per sbaglio, male (quando queste cose si verificano devono avere una funzione precisa all’interno del testo).
Vedrai che orchestrando bene le battute, il tuo testo prenderà un ritmo mozzafiato e terrà incollato il pubblico anche se non è un testo puramente comico.
8. LE CONSEGUENZE DEL FATTO
Questo è per me un punto fondamentale. Ogni testo, cinematografico o teatrale, che abbia ragione di esistere e che mira a durare nel tempo non deve mai raccontare un fatto, ma le conseguenze di un fatto.
Questo fatto deve avvenire o prima del tempo di narrazione o praticamente all’inizio.
Vedrai che ti basterà leggere l’infinita letteratura teatrale a tua disposizione per renderti conto di quello che dico. Ti faccio tre esempi giusto per capirci:
- In Macbeth il fatto è che le Streghe che incontra dopo la battaglia, gli preannunciano che sarebbe diventato re. Succede all’inizio e da lì parte tutto.
- In Amleto il fatto è che il fantasma del padre gli confessa che ad ucciderlo è stato lo zio, attuale re. Succede all’inizio e da lì parte tutto.
- In Aspettando Godot il fatto è che Godot ha dato appuntamento a Vladimiro ed Estragone nel luogo della scena, dicendogli che si sarebbero incontrati lì. Succede prima del tempo rappresentato e da lì parte tutto.
Per altri esempi, leggi, e ti assicuro che verificherai questo fattore.
9. LA CHIAVE DI VOLTA
Ovviamente, in tutte le storie, c’è un momento di svolta.
La narrazione porta ad un punto che sembra non avere via d’uscita, da qui l’idea (cioè la chiave di volta), poi l’attuazione e le conclusioni. Il problema è che questa chiave di volta non deve arrivare ne troppo presto ne troppo tardi.
Se arriva troppo presto il finale dello spettacolo sembrerà al pubblico lontanissimo, lo spettacolo sembrerà lungo anche se breve e quindi noioso. Se arriva troppo tardi, al pubblico lo spettacolo sembrerà incompiuto, il finale sembrerà frettoloso (e quindi pretestuoso) e gli spettatori usciranno dalla sala con una pressante insoddisfazione (della serie “Molto rumore per nulla).
La chiave di volta è buona norma che arrivi più o meno dopo la metà del testo.
Se è in due atti: quasi a fine primo tempo. Se è in tre atti, più o meno verso la seconda metà del secondo atto, lasciando il terzo per raccontarne le conseguenze. E così via.
10. DEVI POTERLO METTERE IN SCENA
Ebbene sì, potrebbe sembrarti banale ma scoprirai che non lo è affatto. Se scrivi un testo per il teatro, e includi quindici cambi scena, passaggi temporali di dieci anni in dieci anni, 106 personaggi e un elefante rosa che atterra su di un elicottero difficilmente riuscirà ad essere rappresentato (forse a Broadway).
Scherzi a parte. Per scrivere un testo che mira ad essere rappresentato il più possibile (e quindi ad essere venduto facendoti guadagnare) e soprattutto per far si che tu possa portarlo in scena con la tua compagnia senza spendere un patrimonio è bene che tu scriva un testo rappresentabile ovunque e in qualsiasi condizione economica (vedi Shakespeare).
Questo non vuol dire che dev’essere un monologo ambientato in una stanza con una ragazza su una sedia vestita in pigiama. Molto sta alla regia e alla rappresentazione. Ma siccome molto probabilmente questo compito toccherà a te in prima battuta e poi ad altri (te lo auguro di cuore) cerca di non farti degli sgambetti da solo (sgambetti che costano un sacco di soldi, te lo assicuro).
Bene siamo giunti alla fine, ora avrai il tuo testo e potrai cominciare le prove (se ti serve qualche consiglio leggi Dieci regole per gestire le prove di uno spettacolo teatrale).
Comunque ricorda sempre che per crescere e mirare a diventare uno/a dei migliori devi prendere esempio dai migliori. Quindi Leggi→Guarda→Studia→Scrivi.
Se poi non sai da dove cominciare per dare forma ai tuoi personaggi (in altre parole: Se non hai un METODO), cliccando QUI puoi scaricare l’e-book gratuito PREPARA TE STESSO, un manuale che ti guiderà step-by-step nella preparazione del tuo personaggio e ti fornirà un solidissimo metodo di lavoro.
Detto questo ci salutiamo, continua a leggerci e soprattutto ricorda:
PREPARA TE STESSO!