Oggi è la GIORNATA MONDIALE DEL TEATRO.
Ogni volta che arriva faccio fatica a ricordarmela, forse perché se ne parla poco.
La giornata mondiale del teatro è più ignorata del vincitore de X-Factor dell’anno scorso.
Non so perché, ma è meno importante de na foto senza culo su Instagram, davvero.
È meno considerata della dizione nei porno.
Forse sarà perché nessuno festeggia.
È pure vero però che modi de festeggià non ce ne danno.
Potrebbero fa come alla festa della donna, e al posto degli spogliarellisti nei locali mettece du produttori in mutande che se sventolano i reggi-palle a elefantino coi contratti e noi che je ficcamo i curriculum nel filo del perizoma. Sarebbe divertente.
I ristoranti potrebbero fa i menù personalizzati, come a San Valentino.
Menù “LA LOCANDIERA”
ANTIPASTI:
Prosciuttino de cavallo alla Riccardo III
Girotondo de verdure alla Shnitzler
e polpettine alla Godot che però non arrivano
PRIMI:
Linguine all’Otello col nero de Seppia
Fettuccine alla Lady Macbeth, al sugo coll’olio, de quelli che se te macchi nun se leva manco se ‘o lavi col Napalm
e orecchiette alla Pinter, che non se capisce che c’è dentro, però so bone.
SECONDI:
Nasello alla Cyrano
Trancio de pescecane alla Mackie Messer
Fazzoletto de Vitella alla Desdemona su letto de piselli alla Cassio.
CONTORNI:
Cazzimperio alla Lisistrata
Carciofi alla Shylock
Non ce vorrebbe tanto.
Perché non fanno del merchandising anche per la festa del teatro?
Che ne so, un teschio perugina co dentro i foglietti de un metro e venti coi monologhi de Amleto, sarebbe carino.
Perché i fiorai non vendono mazzi de Mandragole?
Perché a scuola non fanno costruì i teatrini co le mollette e le pigne pe regalalli all’uscita ai genitori? Sarebbe giusto.
Perché la verità è che non siamo noi che non vogliamo festeggiare, è che non ce ne danno modo.
L’unica cosa che hanno proposto negli anni è di far andare la gente a teatro gratis, che è come dire alla festa della Donna: “Me raccomando, stasera datela a tutti quelli che ve la chiedono, senza fa storie”.
È contraddittorio!
La festa è la mia, siete voi che dovete fa er regalo a me, er biglietto stasera lo dovete pagà doppio e dovete esse pure contenti!
Pure perché se il teatro ancora esiste, bello o brutto che sia, è solo grazie a quei quattro stronzi che ogni pomeriggio alle sei vanno in teatro a truccarsi, poi si cacano sotto fino alle nove e alle nove e uno li trovate sorridenti ad apertura sipario a dire cose che qualcuno ha pensato valesse la pena ascoltare.
Certo, non lo fanno per il teatro, lo fanno per egoismo, per mero tornaconto personale, ma il caso nei secoli ha voluto che tutte queste smanie di protagonismo, che tutti questi flussi di egocentrismo, prendessero un’unica direzione, che è quella che ancora oggi vi consente di godere dell’arte più importante per l’essere umano: il Teatro.
E il teatro non si regge su niente, se non sulle gambe di queste persone odiose ma ostinate, insopportabili ma simpatiche, cattive ma innamorate, ferite ma vive: i lavoratori dello spettacolo.
Se un giorno quelle gambe smettessero di essere lì, in quel luogo mistico pattuito, alle nove in punto, di tutto questo vi resterebbe solo la giornata mondiale, ma senza più il Teatro.
E magari detta così non vi sembrerà una perdita grave, ma se veramente non ci fosse più, vi rendereste conto di aver perso l’unico luogo nel mondo, in grado di darvi una cosa per voi molto importante: la verità.
Quindi, per quello che serve, buona giornata mondiale del Teatro a tutti voi.
Emiliano
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A presto e buon teatro a tutti voi
Attore Dinamico